mercoledì 5 maggio 2010

Intervista a Romana Pellizzoni

Nata nel 1911 a Goricizza (UD).

Nastro 1998/3 - Lato A                        16 febbraio 1998

Siamo andati sull'incrocio là della strada, io e tanta gente, tutti con le lenzuola bianche, un fazzoletto bianco, qualcosa di bianco insomma, e abbiamo visto questi tedeschi arrivare, e non mi ricordo altro.
Era all'incrocio con la strada del Coseat. Noi eravamo là, e mi ricordo che ero bambina, perché mio povero papà [Anselmo, cl. 1878], che era in fureria ... era stato per tre mesi qua a Codroipo imboscato, ma dopo è stato sempre in prima linea sul Piave. Mio papà voleva che andassimo via, noi si preparava qualche cosa con mia mamma. Mia mamma [Elisa Zoratto, 1879] aveva sei figlioli, figurarsi, non ha voluto partire, perché pioveva anche, e non ha voluto, così siamo restati qua.
E quando sono venuti questi tedeschi: «Andiamo, andiamo!», eravamo tutto un mucchio di gente, tutti a sventolare il bianco. Sono arrivati questi tedeschi, un pochi, non so nemmeno quanti, perché ero ... avevo sette anni, mi ricordo ben poco.
Si aveva ognuno il suo che si sventolava, anche un fazzoletto, un canovaccio ... e abbiamo incontrato i tedeschi all'incrocio là sulla strada grande. Era come per fare un "ben arrivo", perché dicevano: «Venite via, perché i tedeschi tagliano le mani, fanno così, fanno colà».
Mah, io so che ero bambina e ho preso solo paura. Dicevano così, ed eravamo là tutti per conservare un buon accordo...
D. Ma poi vi hanno fatto del male o no, questi tedeschi?
R. No, no, no ... niente, niente, no. Erano buoni. Per la verità venivano per le famiglie a domandare un pezzetto di polenta, (stik di polenta) perché avevano fame. No no, per la verità non hanno fatto niente; perché adesso sa in questa guerra ci sono stati i partigiani che ne facevano di tutti i colori e noi si diceva che erano meglio i tedeschi dell'altra guerra che non i partigiani, perché non hanno fatto proprio niente, nessun malanno.
Eh, sì sì... [i tedeschi] venivano per le case quando si ammazzava un maiale. Stavano attenti, lo portavano via o vivo o morto, tagliato, perché avevano fame anche loro. E polenta, venivano sempre. Mia mamma diceva «o mangiare o a casa», e loro «sì, sì, buono», dicevano.
Sono stati qua un anno, c'erano sempre dei tedeschi per tutto l'anno, a Codroipo, in giro, di qua e di là. Noi all'epoca abitavamo in via Molino, quella attraversata da via Còseat. La nostra strada del Molino era un "andròne", cioè una strada di poco conto che si incrociava con la...
Quando sono arrivati, quel giorno era scuro. Scuro, ma non pioveva, era di pomeriggio...
A Codroipo, mio papà era stato imboscato per tre mesi nella censura. Facevano la censura, a Codroipo, ed erano in molti. La Censura era situata dove ora si trova la farmacia Sabatelli, ma allora non c'era niente di quella farmacia; erano là, in un granaio.
Mio padre era impresario muratore, era un benestante.
Sul Piave invece fu messo in prima linea, artiglieria di fortezza, non so cosa la chiamassero.
Quando mio padre ha visto che c'era la ritirata è venuto a casa nostra e "pugni sulla tavola", diceva a mia mamma di partire, di andare di là del Tagliamento e del Piave (Tilimènt e la Plàva). Voleva che andassimo via e poi sulla porta si è voltato verso di noi dicendo: «State, state là, morite là», perché per le strade ormai c'erano morti dappertutto e suonava la campana che andavano a seppellire i morti, per la strada vicino al Tagliamento.
Ma noi siamo rimasti qua, e dopo infatti mio padre non sapeva se eravamo arrivati o no, perché mia mamma per finirla [accontentarlo] alla fine gli aveva detto «sì, sì, verrò via, verrò, verrò» e invece dopo, no, no, non siamo andati, no.
E lui è rimasto tanto tempo senza sapere che noi eravamo rimasti di qua. Ma dopo si andava dall'arciprete di Codroipo che scriveva ai prigionieri che siamo qua, e lui ha ricevuto notizie nostre.
Noi in famiglia eravamo sei figlioli, e mia mamma ne aspettava un altro e inoltre si aveva con noi la nonna Anna. Eravamo un maschio e cinque ragazze; io ero la quarta.
Nell'anno dell'occupazione non c'era abbondanza, ma non abbiamo sofferto tanta fame, perché noi si aveva mio zio prete, e quello veniva ogni tanto con un uovo, portava qualche sacco di granoturco e si aveva il molino là vicino e lo si macinava. Il molino era del vecchio Francesco Pellizzoni e di suo figlio Enrico. Mio zio prete invece si chiamava Egidio Pellizzoni ed era prete a Pozzuolo, dove è stata quella battaglia... Lui era là, allora ... e ogni tanto veniva a trovare la sua mamma, la nonna vecchia che era con noi.
Quello zio è stato a rischio anche lui di perder la pelle, perché sa come è stata quella battaglia di Pozzuolo ... perché i tedeschi erano a Codroipo qua e...

Nastro 1998/3 - Lato B

... i tedeschi volevano tagliare la strada al Duca d'Aosta. Era proprio là a Pozzuolo che si sono incontrati i Dragoni di Genova, i Lancieri di Novara. E mio zio era prete e lui andava anche a dare l'olio santo in prima linea. Eh, questa storia è vecchia, e tutti l'hanno raccontata e sentita! Mio zio cercava di fare quello che poteva: procurare di mettere a riparo la gente, perché ne sono morti tanti là ... e dopo per la "strada bassa", si dice, il duca d'Aosta è riuscito a passare.
Qua si è visto poco del passaggio degli italiani in ritirata, non hanno fatto malanni. Andavano tutti di là, per Codroipo. Era un centro, Codroipo; di qua invece erano in meno a passare. Non c'è stata grande confusione.
La "strada bassa" è quella verso Latisana, mentre quella di Codroipo era la Napoleonica, e di là passava il grosso della gente, non per Goricizza. Siamo vicini, ma passavano di là. 
Dopo, sul Tagliamento hanno chiuso il ponte e si sono fermati. E là era tutto pieno, piova che Dio la mandava e la gente ... e quelli che sono passati di là hanno dovuto lasciare tutto e andare solo con le mani vuote.
Vicino alla piazza di Codroipo sono cadute delle bombe di aereo, hanno sgretolato un po' ma non hanno fatto molti danni. A Pozzo (vicino a Goricizza) avevano messo le mitragliatrici sul campanile, i tedeschi, e sono morti anche; ma non si sa con precisione ... avevano anche avuto questioni col parroco.
Quando sono ritornati indietro i tedeschi alla fine della guerra ... ricordo quei giorni perché i paesani "annusavano" i fatti, sapevano. Allora chi aveva una vacca o qualcosa, non la tenevano in casa ma la nascondevano nei fossati e ci mettevano sopra qualcosa per nascondere, per paura che gliela rubassero. Ma poi invece non è successo niente.
Ricordo quando sono arrivati gli Italiani e noi bambini siamo andati a vederli. Erano a piedi e nessuno ha messo fuori bandiere tricolori, perché nessuno le aveva. Però contenti tutti, gran festa, così, fra la gente, ma non altro.
Il parroco di Goricizza era rimasto in paese. Una volta i tedeschi hanno anche dato del pane alla gente e allora siamo andati in canonica a prenderlo; qualche volta mandavano qualche cosa.

Ricordando quell'anno la signora Pellizzoni lo paragona alla seconda guerra mondiale «quando c'erano quei bombardamenti»...

... e si diceva che si stava meglio allora, nella Prima guerra. Si stava quieti, nessuno sentiva niente. La seconda guerra per noi è stata molto peggio, con quei bombardamenti che si avevano qua sul Tagliamento. Oh Dio Dio Dio! Siamo state noi nell'orto, ... è caduta una bomba che ha fatto una buca di 21 metri di circonferenza; mio papà l'ha misurata...
L'anno dell'occupazione durante la Prima guerra è passato tranquillo, non hanno violentato le donne, no, no. Tedeschi ce n'erano a Codroipo e anche a Goricizza; erano sparsi un po' di qua un po' di là per le case.
Il mulino funzionava sempre anche allora. Era controllato dai tedeschi, ma cosa vuole controllare, là ... noi si dice che «anche il lupo mangia le pecore contate». Si andava di notte, si riusciva sempre a far macinare; noi si andava lo stesso. Veniva ogni tanto qualcuno a controllare... Insomma ce la siamo cavata.
I signori del paese erano scappati; erano scappati anche degli altri da Goricizza. Il paese aveva circa 1000 abitanti, ma solo qualche famiglia se ne è andata. I Grosso: è venuto uno di loro con un camion, sono andati via presto e sono andati giù fino a Siracusa. Ricordo, ero piccola, li vedevo caricare, ancora prima che arrivassero i tedeschi, quando però c'era già del movimento. Poi anche dei miei parenti sono andati di là; un pochi sono rimasti di qua, un pochi sono andati di là. Ma la maggior parte del paese è rimasta qua.
La scuola non funzionava, durante l'occupazione; e dopo, quando sono arrivati gli italiani eravamo in classe tutti insieme, dell'11 del '12, del '13...
Era rimasta in paese una maestra, e allora qualcuno, se voleva, andava a qualche lezione. Si chiamava Rosina Maurini, la maestra. Era del paese, era brava, era di casa nobile, vecchia del paese. Era lei che andava per le case di qualche bambino che voleva far lezione.
In chiesa andavano anche i soldati tedeschi...
A Codroipo, c'è la stazione; di là, per quel viale Vittoria là, c'erano solo ospedali pieni di soldati. Ma anche una mia sorella (Luigia) che si era rotta una gamba, inciampando nella stalla, è andata in uno di questi ospedali e l'hanno ingessata bene che dopo non ci si accorgeva neppure quale fosse la gamba rotta.
D. Quindi tanto male non si sono comportati questi tedeschi?
R. No, no, no ... eh, miseria, c'era, miseria sì, ma non altro.
D. C'era qualche soldato italiano che era rimasto qui in paese come disertore?
R. Sì, c'erano, c'erano, per le case di qua e di là. Ce n'era uno che era di Roma, in una casa qua.
Poi c'era anche un mio cugino (Giovanni Zoratto) che era rimasto prigioniero a Santa Maria La Longa e di notte è venuto a casa, di nascosto, per i campi, e dopo veniva a dormire da noi per paura che venissero a prenderlo.
Così sono riusciti a stare nascosti per tutto il periodo...
Quello di Roma parlava in italiano e andava a lavorare nei campi insieme con i padroni e non ha mai avuto problemi con nessuno. Non aveva fatto in tempo a passare di là del Tagliamento.

Io ho avuto tre figli...
Mia mamma aspettava un altro figlio, che è nato nel gennaio del 1918 e l'ha chiamato Aristide; poi nell'ultima guerra è andato tenente aviatore.
Rapporti dei soldati con le donne. In paese è nata una figlia, ma non da un tedesco. È nata nel '18 come mio fratello, da una donna che non era sposata ... ma il padre era un paesano.

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