venerdì 26 febbraio 2010

Prima guerra mondiale - Centoquaranta interviste a testimoni civili



Sulle motivazioni che mi hanno spinto a questa ricerca si veda la premessa al libro Caporetto,storia, testimonianze, itinerari (1997).
La scelta delle persone da intervistare è avvenuta in maniera casuale.
In genere mi presentavo nei bar o dal giornalaio del paese e chiedevo ai titolari, o ai presenti, se conoscessero qualche ultraottacinquenne che si ricordasse della prima guerra. Il ritornello che accoglieva la mia richiesta era, invariabilmente: «Eh! ormai non c'è più nessuno, sono morti tutti… ». Seguiva, di norma, il ripensamento: «Ma, aspetti un po': c'è ancora il Tal dei Tali, provi a vedere lì… ». E da quello mi recavo, con registratore e macchina fotografica.
Superata in tempi di solito molto rapidi la sorpresa per l'inaspettata irruzione di un estraneo nella sua vita privata, il testimone iniziava a raccontare, e spesso commentava: «Ma guarda… , sono passati ottant'anni e mi ricordo quello che è successo allora come fosse avvenuto ieri, mentre quello che è successo ieri a volte proprio non me lo ricordo».
L'intervista era “aperta”: ponevo le domande e poi lasciavo fluire il racconto a ruota libera sul filo dei ricordi, interrompendolo quando volevo approfondire o chiarire determinate affermazioni, o quando si allontanava troppo dal periodo preso in esame.
Ovviamente la durata e la complessità delle testimonianze variavano da soggetto a soggetto. In alcuni casi il racconto si snodava con una ricchezza di particolari e una vivacità di espressioni e dialoghi davvero piacevoli da ascoltare. In altri casi invece mi toccava tirar fuori le parole agli intervistati con la pinza.
Dopo questo primo passaggio provvedevo a trascrivere integralmente (o quasi) la registrazione, segnando su un foglio a parte i punti che mi erano rimasti oscuri, le incoerenze, i particolari tralasciati. Successivamente tornavo dal testimone a chiedergli i necessari chiarimenti.
Tranne qualche rarissimo caso, sono sempre stato accolto con grande disponibilità. Anzi, alla seconda visita, venivo considerato quasi come uno di casa, una persona amica. Quando poi, al momento di separarmi, avvertivo l'intervistato che «il libro, se mai sarà pubblicato, lo sarà non prima di due anni», in molti commentavano: «Allora ti saluto, perché io non ci sarò più!», e lo dicevano con tanta naturalezza che mi si stringeva il cuore. Anche perché di solito era l'unico accenno alla morte che questi vecchi facevano.
Il loro modo di affrontare la vita ha rappresentato per me una corroborante iniezione di fiducia nel futuro. Non succede tutti i giorni di parlare con tante persone che hanno abbondantemente superato la media statistica della vita umana. Così, mentre ascoltavo qualche novantaquattrenne, mi capitava a volte di fare un rapido conto: 47 x 2 = 94. Beh! mi dicevo, posso sempre sperare anch'io di essere solo a metà del cammino…
Ritenevo queste testimonianze, da un punto di vista storico, una fortuna che non mi potevo permettere di sprecare. Vi ho dedicato anni di vita rinunciando ad altri temi più gratificanti, anche economicamente. Non so se il metodo usato sia conforme ai canoni della storia orale *. E, a onor del vero, mi interessa fino a un certo punto saperlo. Ho infatti la consapevolezza di aver raccolto “in extremis”, dalla viva voce degli involontari protagonisti, il racconto di un evento che ritenevo ormai già da tempo consegnato ai libri di storia. E tanto mi basta.
P.S.
Le testimonianze mirate sulla Grande Guerra sono state raccolte dall’agosto del 1993 al settembre 1999. L'età media di questi testimoni al momento dell'intervista era di 87 anni e mezzo.
Sono state prese in considerazione anche alcune testimonianze di persone più giovani perché ritenute utili alla comprensione complessiva degli effetti della guerra sulla popolazione civile.
Dal 1984 al 1992 ho inoltre raccolto - nel corso di altre ricerche - alcuni frammenti di testimonianze sulla Grande Guerra; frammenti che contribuiscono a formare il numero complessivo riportato nel titolo.

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Per lo "stato dell'arte" della storia orale (metodologia dibattiti, ecc.) si rimanda al sito dell'Aiso (Associazione Italiana di Storia Orale)
Molto utile anche seguire il blog della Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino (VE). 
                                   
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Camillo Pavan - Treviso
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Dove saranno conservate queste interviste?


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