venerdì 30 aprile 2010

Intervista a Maria Fedato

Nata l'11 settembre 1908 a Falzè di Piave, TV.

Nastro 1994/30 - Lato A   [Sulla cassetta originale, da inizio a 23:19]             22 agosto 1994
Maria Fedato, Falzè di Piave  (Foto del 22.8.1994)
Ci hanno messo su una carretta e ci hanno portato a Sarmede.
Si sono presentati là col cavallo e con la carretta e poi hanno detto su, su, su. Siamo andati ... senza portarci via niente, come eravamo e poi quando eravamo laggiù a Sarmede si andava per le case.
01:10 Là tanti, quando ci vedevano, chiudevano le porte ... e allora noi da Sarmede si andava in giù, verso la pianura, ma anche là tante case, quando ci vedevano "studiavano" [si affrettavano] a chiudere le porte ... e tanti ci davano farina di sorgo rosso.
Un anno peregrino.
Noi abitavamo in Borgo Materasso, una località un po' discosta dal Piave, verso Pieve di Soligo.
Poi ho sposato uno che abitava lungo il Piave, dove avevano lanciato tutte le bombe. E là avevo un figlio che mentre giocava a calcio con dei ragazzi è andato verso il Piave ... ha visto che c'era un oggetto rotondo che lo incuriosiva, ha chiamato gli altri suoi amici a vedere e loro gli hanno detto:  
04:30 «No Joanin che a é na bonba». Ma lui ha insistito, è andato giù ed è saltato in aria. Morto sul colpo.
Mio marito era Breda Pietro, 1906. Ho avuto in tutto dieci figli, più uno morto.
Incidenti ne sono successi anche molti altri. A mio figlio è successo nel 1936. Era in località Breda-Mira, dopo il passo a barca di Falzè; e là di bombe ce ne sono ancora, sotterrate.
A Sarmede non ricordo con precisione il nome di chi ci ospitava ... era in una famiglia di contadini. 
Eravamo io, mia sorella Isa, mio padre Pietro, mia madre Regina Dal Tin, mio fratello Antonio. Siamo andati tutti con una carretta. Siamo partiti al mattino e al pomeriggio eravamo già là.
È stato mio padre a cercare questa famiglia.
09:33 Era una famiglia grande e ci ha messo sulle camere; ci ha trattato abbastanza bene. Solo che non c'era da mangiare, per questo "andavamo a carità"; anche mio papà e mia mamma.
In certe famiglie dove non potevano vedere i profughi ci davano sorgo, tanti invece ci davano magari una fetta di polenta.
Non andavo a scuola.
Quello che soprattutto mi ricordo è che si andava tanto in giro per trovare da mangiare.
Eravamo io (1908), mia sorella Isa, Antonio (del 1917), Vigilio (1906), Giovanni (che poi è andato a Milano), Pierina (del 13)...
La famiglia che ci ospitava era grande ... qualcosa, anche latte, quando c'era ce ne dava. 
13:34 Ma il ricordo principale è che andavo sempre in giro, in cerca di mangiare. Giù per le basse [verso la Bassa Friulana]; solo in un giorno però, mai stati via anche alla notte.
È tanto che mi piacerebbe ritornare su quei posti e trovare quelle persone che ci hanno ospitato! Non sono più ritornata su quei posti perché poi mi sono sposata e sono andata a stare in riva al Piave e là ho avuto 10 figli. 
14:44 Mi sono sposata nel 1936. Mio marito era contadino, "affittuale" di Collalto. Avevamo una bella stalla di vacche con una ventina di capi, più tre cavalli. Eravamo una famiglia abbastanza benestante tanto che tutto il paese di Falzè diceva: «Oh, varda i Bréda!». Il padrone Collalto veniva sempre, là da Breda...

Finita la guerra, quando siamo ritornati al Borgo Materasso la casa era parte in piedi e parte distrutta. Ci hanno dato la baracca.
17:48 Qua a Falzè della classe 1908 siamo ancora in 5 (tre maschi e due femmine) ... la campagna era abbastanza a posto [...]
Materasso si trova nella strada sopra a Chiesuola.
20:08 La bomba che ha ucciso mio figlio era dentro all'acqua del Piave, o meglio dentro un rivoletto, sull'alveo del Piave...
Quel luogo là era conosciuto come la Croda di Breda Mira, e noi si andava giù a lavare la biancheria con il bigòl e due cesti sulle spalle. Anche quando veniva giù forte l'acqua del Piave la croda rimaneva là. 
21:25 E c'è ancora; si trova più avanti [a monte] del passo a barca, bisogna passare il borgo di Cao de Villa.
Nel complesso, da profughi, molti ci trattavano bene e molti male. 
Noi si aveva altro che il pensiero di andare a trovare il mangiare...

Nastro 1994/29 - Lato B   [Sulla cassetta originale: dall'inizio a 01:53]       Aggiunte e precisazioni, 15 settembre 1994

23:41 [Quando andavamo a carità] ce n'erano di quelli che offrivano qualcosa e ce n'erano altri invece che chiudevano le porte; ed erano tanti questi, non tutti, ma insomma...
Tutti i miei parenti, malgrado tutto, sono ritornati. Nessuno è morto o si è ammalato.

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