mercoledì 7 aprile 2010

Intervista a Rosa Quinz

Nata nel 1904 a Sappada. Residente a Sappada.

Nastro 1996/1 - Lato A                 1 febbraio 1996

[È presente all'intervista la figlia]

Abbiamo preso l'ordine di partire tutti, insomma, chi poteva camminare, perché noi si era giovani, si può dire bambini, ancora... eravamo in otto fratelli. Tutti insieme con la mamma, siamo andati a piedi fino a Presenaio e là c'erano i soldati che si conosceva, che erano in casa nostra che facevano da mangiare. Hanno detto: «Ma voi venite a piedi? ... No, aspettate un momento», ha detto uno, «aspettate un momento, che deve venire un camion». Abbiamo aspettato ed è venuto questo camion e ci ha portato fino a Santo Stefano...
Non tutti avevano intenzione di partire, come profughi...

Figlia: La famiglia di mio papà che abitava verso Cima ... raccontano sempre che loro sono rimasti qua, però hanno patito la fame nera, invece mia mamma dice: «A noi non mancava mai niente... avevamo da mangiare abbastanza».

A Santo Stefano poi ci siamo fermati una notte, perché non si poteva andare avanti, e all'indomani è venuto il camion e ci ha portato fino a Calalzo ... e là ci hanno messo in una tradotta militare che erano pieni di pidocchi e se li ha presi anche noi. Ci hanno portato fino a Firenze. A Firenze poi abbiamo dovuto stare in una parrocchia, in una chiesa...
In viaggio ci hanno dato da mangiare, come che era, perché quello ci davano.
Siamo rimasti a Firenze una notte ... tanti, tanti, tutti di Sappada ... chi nei banchi, chi per terra. Da là ci hanno portati, all'indomani, di nuovo in treno e ci hanno portati fino in Toscana. Ci hanno lasciati a Cortona.
Non si faceva niente, perché cosa vuole, noi si era bambini [era la più vecchia degli 8 fratelli, precisa la figlia]. Ci hanno messi tutti in un mucchio, in una casa vescovile ... e là niente non si faceva. Noi bambini abbiamo giocato tra di noi e anche con profughi di altri paesi, della provincia di Treviso.
Con i bambini di Cortona non si giocava, solo tra profughi...
C'erano ben dei contadini vicini ... che magari chi era capace di lavorare qualche uomo che prendevano per aiutare per fare lavori di contadini ... quello sì, ma noi, no ... noi si era troppo giovani...
D. Come vi trattavano gli abitanti di Cortona?
R. No, no... non era da lamentarsi.
[ ... ] Ritorno a Sappada: ci hanno riportati di nuovo in treno fin dove arrivava il treno, e poi camion, di nuovo in camion...
D. E come era la situazione qua a Sappada?
R. La casa vuota, vuota; non rovinata ... ma del resto non abbiamo trovato proprio più niente di quello che si aveva, né patate, né niente, niente...
Le bestie. Eh! quelle ha fatto tutto il governo quello che voleva ... se le è portate via [partendo] ... abbiamo incontrato le mucche per strada, povere bestie che ci conoscevano quelle, e ci seguivano, ma...
D. Ma voi, essendo di origine tedesca, per che motivo siete scappati? In fin dei conti venivano avanti i tedeschi, che male potevano farvi?
Risponde la figlia: No, perché a tutti gli effetti siamo italiani ... ci sono dei bei libri interessanti che spiegano tutta la nostra storia...

All'inizio della guerra Rosa Quinz faceva parte del gruppo di "portatrici" – che a Sappada, come in Carnia – portavano materiale ai soldati in linea.

D. In cosa consisteva l'attività di portatrice?
R. Si portava sassi e sabbia per far la strada per andare al monte (...?) Si portava con la barella in due i sassi che si riusciva a portare. Sempre ragazze, per la più parte donne ... perché gli uomini, la gioventù... tutti quelli che il governo poteva prendere se li è portati via lui. Si lavorava noi... Sparavano anche, dal Peralba al (...?) sì, qualche volta. Nel paese eravamo in diverse.
[Figlia: mi sembra che fossero in dieci che hanno preso il vitalizio...]

D. [Nel 1917] chi vi ha detto di partire?
R. E' stato l'ordine, quando suonano le campane della chiesa, di sfrattare tutto il paese. Non c'era via di scampo ... erano i superiori dei militari che hanno dato gli ordini ... hanno preso su con i camion ... noi si sapeva solo che quando suonano le campane si doveva muoversi tutti...
Il parroco, Polentarutti ... purtroppo il parroco, quando eravamo a Santo Stefano era in un albergo, sopra, nel piano di sopra ... era piantonato ... perché gli avevano chiesto se lui parte ... e lui aveva detto che lui aspetta l'ultimo, per vedere come fa la maggioranza: «Se la maggioranza resta, resto io con la maggioranza, se la maggioranza parte partirò anch'io». Ma poi l'hanno preso per questo, l'hanno preso come per spia... 

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