sabato 17 aprile 2010

Intervista a Letizia Comuzzi


Questa testimonianza fa parte di una serie di interviste effettuate il 27 novembre e il 28 dicembre 1998 a un gruppo di vecchi presso la casa albergo Ai Faggi, via Macesio 31, Udine - (animatrice sig.na Romina ...).

Letizia Comuzzi, nata nel 1912 a Rivignano (UD)

Nastro 1998/21 - Lato B   Audio originale integrale da 25:59                 27 novembre 1998

Io sono del '12 e con mio fratello che è del '15, eravamo nella stanza dove nel lettone matrimoniale c'era la mamma con la nonna. Un lettino di qua, un lettino di là e il letto matrimoniale in mezzo. 
26:40 A un certo punto buum, tutto un buco, tutto un buco... una bomba è caduta fra i due letti. La mamma ha sentito il colpo, ma non ha capito cos'era, è scesa dal letto ed è caduta dentro al buco della bomba. Per fortuna che sotto, al piano terra, il pavimento era in terra, non in cemento e così la bomba non è scoppiata.
Rivignano è dalle parti di Mortegliano, Talmassons... 
27:33 Io avevo cinque anni, quando è successo, e quello che mi è rimasto impresso ... tutta la strada piena di militari, durante la ritirata: che le donne facevano una polenta e la mettevano sulla finestra e questi disgraziati poveretti venivano a prendersi la polenta bollente, con le mani.
E poi, siccome la nonna era commerciante e aveva delle stanzone belle grandi, là sono venuti tutti tedeschi, mentre dentro la casa della nonna erano alloggiati gli ufficiali.
28:49 [Durante l'occupazione] mi ricordo, che fame era fame, però "non ci davano", non davano, ma "lasciavano". Rendo l'idea? Non davano: «Toh, ecco, ti do il pane», ma lo lasciavano [in modo che noi lo potessimo prendere]. Erano ufficiali e ce n'era uno che mi ha visto che ho preso la buccia di una mela. Da allora faceva le bucce così, più grosse. Non mi davano una mela, non potevano dare una mela perché si vedeva...
Questi ufficiali si davano sempre il cambio, erano sempre qua. Negli stanzoni, i militari messi a dormire sulla paglia... 
Mi ricordo, mi è rimasto impresso, questi tanti soldati che sempre entravano per questo portone ... e non mi ricordo neanche della libertà. 
30:09 Mi ricordo invece dopo, quando mi sono sposata e sono venuta a stare a Udine, l'altra guerra, quella ultima, che allora mi è nato un figlio proprio nel '45, che dovevo andare in maternità e non avevo niente come andare, e c'era di fronte a me [un'autocisterna] di quelli che bagnano le strade. C'era bisogno di benzina e ... «tu tu, tu tu» ... «oh Dio, ma io ho male» ... «sta ferma là, che così non nasce» e sono arrivata là. E io dico che quello è il figlio ... fra un allarme e un preallarme.
Sono nata a Rivignano, ma sono sessantacinque anni che sono sposata qua a Udine. [31:10 - fine]

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