lunedì 19 aprile 2010

Intervista a Guerrino Fattore

Intervista effettuata il 17 agosto 1999 in Valsugana orientale nel corso di una ricognizione alla ricerca del vecchio confine fra regno d'Italia e impero austro-ungarico.

Guerrino Fattore, nato il 10 dicembre 1914 a Belvedere di Tezze Valsugana

Nastro 1999/2 - Lato A

Mi ricordo tutto quanto. Sono stato anche profugo ad Altavilla, in provincia di Avellino, da subito, appena iniziata la guerra.
Qua durante la guerra cadevano altro che bombe! Eravamo sotto l'Ortigara ... lo vede, è là, quello che si vede là [verso sera]...
Quando siamo tornati indietro da profughi abbiamo trovato il paese tutto rotto, tuto spacà.
Il confine, da qua, è a quattro anche cinque chilometri verso giù, a Martincelli, ma ormai sul confine non c'è più nulla.
Mio padre, quando è scoppiata la guerra con l'Italia, era in Russia, perché noi si era austriaci, e allora, da diciotto anni in su erano tutti in Russia.
Mio padre è stato ferito e poi ha avuto la grazia di venir a casa.

Fattore travasa del vino da una damigiana a una caraffa: «È mio!»
- E che vino è?
- Bacó!, ha pochi gradi, solo nove; e non ha neppure bisogno di trattamenti. 
È bacó con grinto...

Finita la guerra quando i tedeschi in ritirata sono andati fino al Brennero, sono arrivati di nuovo i taliani.
[All'inizio della guerra] gli italiani, hanno preso gli abitanti di tutti questi paesetti e li hanno sparsi per l'Italia. 
La mia famiglia, io e mia mamma, un'altra sorella, del '12 (Antonietta Fattore) ... mia mamma invece si chiamava Maddalena Dell'Angelo in Fattore. La nostra famiglia l'hanno portata ad Altavilla in provincia di Avellino. Ci hanno portati direttamente laggiù con il treno merci, partendo qua dalla nostra stazione di Tezze (Ae Tése) «cargài su come le bèstie, nei vagoni bestiame» e con un sacchetto ... come ha fatto Hitler con gli ebrei. 
L'ho visto anche in Germania un pochino, al tempo della guerra seconda, perché ho fatto anche quella, io. In Germania tutto il tempo: Francoforte, Monaco. Sono andato dentro come operaio, oppure sotto un contadino, perché Mussolini e Hitler si erano messi d'accordo. E in quell'occasione sono andato dentro (in Germania), nel '38; prima che cominciasse la guerra.
In precedenza, nel '34, sono stato militare a Trento, nel 4° artiglieria pesante campale, obice 149. Dovevo fare tre mesi di militare e dato che ero il più vecchio della famiglia (escluso mia sorella che era più vecchia, ma non contava) e in più mio padre era anziano...
Ad Altavilla siamo rimasti finché è finita la guerra. Io ero piccolo ... mentre mia mamma, mio nonno e mia zia aiutavano la famiglia presso cui erano ospitati. 
Dove abitava la nostra famiglia i padroni avevano una fabbrica di zolfo ... e là siamo rimasti finché è finita la guerra.
Poi siamo ritornati indietro e abbiamo trovato tutto spaccato, tutto aperto. Non abbiamo trovato più niente. C'erano stati i bombardamenti [...] qua sopra sull'Ortigara, e non abbiamo preso gnanca cinque schèi di contributi... E quando mio padre è tornato dalla guerra in Russia (erano tre fratelli), in Galizia, Russia, neanche uno morto, ma con varie ferite... 
Abbiamo trovato tutto rotto e non abbiamo neanche potuto dire niente. C'erano solo i muri...

Noi quelli giù verso Primolano li chiamiamo italiani, perché noi altri eravamo invece tedeschi.
D. Si stava meglio sotto l'Austria o sotto l'Italia?
R. Beh, insomma, in tutti i modi si stava più bene sotto l'Austria. C'era da mangiare e da bere, e dopo quando è finita la guerra non si stava più bene, e basta.
I nostri vecchi andavano a lavorare in Austria, a Innsbruck.

Nastro 1999/2 - Lato B     
                        
Noi chiamavamo quelli di Primolano "italiani" e loro ci chiamavano "tedeschi, austriaci"; insomma in tutti i modi noi si voleva più bene alla nostra patria. 
Come tu adesso che hai una casa tua, hai più caro andare in un'altra famiglia o stare in casa tua?.
Il 10 dicembre compio 85 anni...

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