martedì 9 marzo 2010

Incontro con P. P. e B. L., cercatori e collezionisti di reperti della Grande Guerra

I collezionisti abitano in due paesi del medio corso del Piave.


Nastro 1998/16 - Lato A                              10 ottobre 1998

Scatto una foto a P., in posa davanti una catasta di proiettili di bombarda ungherese recuperati - circa nel 1995 - all'altezza del ristorante Vecio Morer dentro alle grave di Papadopoli, in un tratto di fronte controllato dagli ungheresi. Ma ha altre bombarde anche dietro casa, recuperate circa tre mesi fa. Prima sono uscite le bombe e poi il cannone, con il metaldetector. Le ha trovate suo figlio. E sono venuti anche dall'Austria, ne hanno fatto un filmato.
L. : Anche la televisione del Tirolo, il 9 febbraio 1998 ha fatto vedere la Prima guerra nei filmati, il Cristallo, le Dolomiti. Proprio un intero programma sulla Prima guerra mondiale. Devo richiedergli la cassetta, perché è una televisione tirolese che trasmette da Monaco.
P. : Son sempre stato in mezzo a questi "mestieri" qua. Sono nato a [ ... ] e sempre trovata tanta roba sul Piave, anche da quando ho iniziato io, dopo l'ultima guerra. Poi ci fu il problema che non si poteva tener nulla, per via delle leggi e delle regole che c'erano e allora davo via tutto, vendevo. Poi riprendevo, perché la passione c'era sempre...
D. Ci sono delle leggi particolari per i collezionisti o è semplicemente vietato?
R. Non si può raccogliere bombe e scaricarle, né adesso né ai miei tempi. Io ho fatto la mia collezione perché i carabinieri mi hanno sempre lasciato fare quel cavolo che ho voluto, ma di per sé non si può smontare bombe. Appena trovi una bomba devi denunciarla ai carabinieri.
D. Ho sempre sentito dire che dopo la Prima guerra sono passati a tappeto la gente del posto in cerca di metallo, perché avevano bisogno di vendere.
R. Sono passati a tappeto, poverini anche loro, con i mezzi che avevano. Hanno preso su quello che "aravano".
Di solito è sempre dopo le piene [che si trova]. Io fortunatamente ho sempre lavorato "a turno" e allora di giri ne ho fatti tanti sul Piave, perché avevo mezza giornata libera. Ero operaio, ora sono pensionato. Ho sempre avuto questa passione, fin da piccolo. Forse sarà stato perché avevo la caserma dei carabinieri a fianco dell'officina dei miei poveri nonni e di mio papà, sempre qua a [ ... ] . Che io mi ricordi, i carabinieri davano sempre a mio fratello dei fucili, per trapanargli la canna, fucili da caccia. Mio fratello era fabbro e lo è ancora adesso, nello stesso posto, ma faceva anche queste cose: con i fucili da guerra faceva fucili da caccia.
L. : Come facevano a trasformare un fucile da guerra in un fucile da caccia?
P. : Bastava trapanargli la canna. La canna, invece di avere un foro da pallottola, gli facevano un foro più grande dove mettevano una cartuccia da pallini. Ce n'erano in giro di questi fucili fino a qualche anno fa, i famosi '32. Come otturatore restava tutto ... il resto ... e tutto questo lo faceva con tranquillità un artigiano, con il tornio.
L. : È come adesso con i 762 della Nato, un moschetto: gli fai un foro dentro,  vanno benissimo i proiettili là.

I proiettili della raccolta di P. (fotografati), sono ancora carichi. Le bombe dentro sono ancora nuove, perfette; hanno le guarnizioni in piombo. 

Bisogna stare attenti a come le si scarica, perché rischiano di fregarmi la pensione! Nel senso che salto in aria. Ormai la mano rischia di non essere più tanto precisa. Tuttavia le bombe sono sempre a rischio, se vogliono [i carabinieri] te le portano via. 
[...]
Io compro anche tanta roba.
D. Vuol dire che c'è un commercio di questo materiale?
R. Eh, c'è un commercio! Solo che non c'è roba! Ormai è difficile trovar roba. Ormai la roba è quella che è, il Piave non butta più fuori niente se non rottami. Ormai dal Piave vengono fuori rottami, non viene fuori, che so, una baionetta sana. E poi ci sono un sacco di collezionisti nuovi che vengono su, ma poverini, non sono esperti ... e poi non ci sono soldi da comperare la roba. Ci sono i siori che comprano e rovinano il mercato, magari pagano una baionetta 3-400 mila lire; 7-8-900 mila una spada e avanti.
L. : Dove lavoro io in Germania fanno una volta all'anno una mostra di armi vecchie, ma lassù, non c'è neanche un decimo di quello che c'è qua. Ed è tutta roba otturata, tutta roba piombata, mentre questa è tutta roba originale e (al limite) funzionante.
P. : Ho trovato un fucile napoleonico (con la baionetta in canna) anche l'altro giorno, a Lovadina, o meglio Alle Mandre [Santa Lucia di Piave]. Un fucile ce l'ho che ha ancora la pietra focaia su. Addirittura ho trovato un fucile di quelli molto più rari e quello che ho trovato l'altro giorno si vede che era in dotazione alla fanteria. L'altro invece era in dotazione ai dragoni, l'ho trovato un tre anni fa. Diana Armi parlava che ne erano stati fatti solo duecento, e Napoleone li ha dati alle guardie della Regina. Prima io ho trovato il fucile e dopo mio figlio ha trovato la baionetta. 
Il fucile che ho trovato l'altro giorno, napoleonico, era senza legno e senza niente, aveva la canna con la baionetta e l'ho dato l'altra sera al maresciallo! Aveva l'impianto per la pietra focaia e quella roba là. 
Il maresciallo l'ha voluto per metterlo lui in taverna e allora, siccome lui mi aveva portato dell'altra roba, ho fatto scambio. Guai se non si fanno degli scambi, muore l'industria!

Mi porta a vedere la sua collezione iniziando dalle ultime bombe che ha trovato: "sorelle" di quelle che sono fuori in giardino.

Poi ho una "barella" per traino cannoni originale austriaca, sempre della Prima guerra («non ho niente della Seconda guerra»): l'ho trovata in una soffitta, in sinistra Piave.
Di volantini ho solo quelli che trovo io dentro le bombe. Ho trovato volantini di propaganda in italiano, in cecoslovacco, in polacco. Ne ho uno a casa, incorniciato (italiano) poi gli altri li ho portati al museo di [...]
... Quelle sono le ruote del cannone che è fuori, del lanciamine ungherese. Ho dovuto cercare non so quanto per trovarle, perché gli levavano le ruote per piazzarlo (postarlo). Le ruote le ho trovate su una casa... Posso dire che sono di quel lanciamine perché l'ho visto sui libri e poi ho parlato con altri collezionisti.
Le ruote venivano levate, per sparare, altrimenti con il rinculo scappava anche il cannone.
Bombarda italiana ... questa è piena di catrame. Ce ne sono di piene di catrame, piene di segatura; le utilizzavano per fare esercitazioni. Sono bombarde italiane e le abbiamo trovate appena giù dal ponte dell'autostrada, in Grave di Papadopoli.  Forse utilizzavano quelle con il catrame (o con la segatura) come prove di lancio. Una l'ho trovata piena di ghiaino, ma sempre con la spoletta su. Era per risparmiare sul materiale. Erano tiri di prova, per calcolare la balistica del tiro. Ne ho trovate anche piene di polvere da sparo, per quello. Ovviamente sempre bombe non esplose, quelle esplose non si trovano, è chiaro … pur essendo in grava un terreno ghiaioso, ma a volte si torcono, dal colpo [e non esplodono]. Dipende da come la bomba cade nel terreno, perché sopra, in cima, la bomba ha la spoletta in ottone. Se la spoletta non prende il colpo giusto per comunicare l'esplosione interna, salta via la spoletta e la bomba resta intatta. A volte le bombe sono anche difettose. Mi è capitato di aver visto bombe sparate con la sicura ancora su, da quanto ignoranti che erano i soldati. 
Eh, ci sono di quelle storie! Bombe a mano senza polvere dentro (italiane): è come tirargli un sasso sulla testa. Strano? Siccome sono fatte sempre con una macchina anche le bombe, se i dosatori sono vuoti per buttar dentro polvere e l'operaio non è pronto con il sacchetto a riempire il dosatore, la macchina va avanti lo stesso e quella più avanti chiude.
D. E' vero, ha notato anche lei che gli austriaci, negli shrapnell, mettevano dentro pezzetti di ferro, nell'ultimo periodo, anziché palline di piombo, come mi ha detto un suo collega sloveno?
R. Sì, ho trovato, ma erano fatti apposta, però; non erano fatte per risparmiare. Sono pezzetti di ferro ... in realtà dentro c'è un tubo così, a frammentazione prestabilita, che ha un buco dentro pieno di tritolo e quando scoppia la bomba i pezzetti di ferro si staccano tutti e fanno come le nostre palline.
Loro mettevano dentro di tutto, per esempio su queste bombarde qua, nell'ultima fase della guerra – ora non so se lo mettessero per il peso, o cosa – ci mettevano dentro degli anelli che si trovano anche dentro le bombe normali, tutti frammentati, tutti segati al momento dello scoppio, può darsi che anch'essi facessero schegge... Ma se li mettevano solo nella parte posteriore può essere che servissero come contrappeso per la bomba, dico io.
Paletti per reticolati [a coda di porco ... non li chiama con un nome particolare].
L. precisa: erano usati quasi tutti, dopo la Prima guerra, per rinforzare il cemento nelle costruzioni edilizie. Cemento armato...  
[...]
P. : Nel tempo libero mi dedico sempre a queste mie ricerche di reperti.
A Stabiuzzo, dai Sette Nani, recentemente hanno tirato fuori – ma con un trattore – un barcone da sbarco austriaco, e l'hanno completamente rovinato.
A Negrisia hanno trovato un paio di casse di bombe, l'anno scorso, ancora perfette, complete con il loro bossolo di ottone.

Proseguiamo nella visita della collezione privata, ora siamo davanti alle spade e sciabole di cavalleria, quasi tutte della Prima guerra, tranne una borbonica (ha fatto scambio). Inoltre P. ha numerosi pugnali "ricordo della guerra".

P. Erano fatti in trincea dai soldati con le "corone" delle bombe, le corone di "forzamento" delle bombe. Ne avevano del tempo! Non facevano mica la guerra tutto il giorno ... e poi c'erano degli artisti. Guarda questi due qua, ricavati da due schegge di bomba! Me li ha dati una signora, le aveva raccolti suo marito. Sono tutti cimeli risalenti al tempo della "Guerra europea".
Bombe a mano SIPE, italiane, rintracciate una alla volta e poi gli ho dato, perché si mantengano e perché non mi piace vedere la roba ruggine, gli ho dato una vernice.
Io ora non tengo più bombe austriache, ne ho solo qualcuna. Ho il primo tipo di bombe (non bombe a mano), prima che inventassero quelle con la corona di forzamento. Corona che serve ... siccome la canna del cannone è rigata, la corona è quella che dà la direzione alla bomba ed è messa alla base del bossolo ... mentre l'esplosione avviene in seguito all'urto della spoletta messa in punta al proiettile ... ma possono esserci anche delle spolette nella parte sotto del proiettile...
Ho trovato materiale (proiettili, bombe in ferro) di origine napoleonica nel Parabàe [terreno, campo di esercitazioni] di Maserada. Erano palle di [ferro] ... che pesano 68-69 chili ... non esplosive. Mi manca quella da quintale, o meglio da 90 kg. So che c'è, perché i contadini l'hanno trovata, ma non sapendo di che si trattasse, l'hanno venduta al ferrovecchio...
Ho bombe d'aereo: una l'ho trovata a S. Donà...
Fucile '91, Carcano, della fanteria ... più il modello corto. I soldati avevano anche in dotazione il cacciavite per regolarlo e l'oliatore per oliarlo. Sparava sei colpi ad introduzione manuale, un colpo alla volta, cal. 6,5.
C'è un mod. di '91 per truppe speciali (TS) ... che portavano anche un tipo di baionetta diversa.
L. : Mi sembra che nella Convenzione di Ginevra il cal. piccolo 6,5 sia stato proibito ...
P. : Baionette ... ne ho di lunghe sui 30 - 35 cm.
Vari tipi di fucili '91 più un lume per il '91, un lume che va portato dentro la canna, per le sentinelle. Si appendeva con uno spago. L'aveva conservato a casa sua un vecchiotto; aveva una bella collezione di lumi ... ma poi gran parte li ha venduti.
Fornelletti da campo ... stufe da trincea ... cassette di munizioni ... cassetta di raffreddamento di mitragliatrice austriaca e italiana, raffreddamento che avveniva ad acqua...
Scudo da petto ... per andare sui reticolati e lo usavano anche sul Piave, perché sul Piave li ho trovati. Trance per i reticolati: ho ancora quelle inglesi solamente...
Una custodia per il badile, piccozze austriache, proiettili 65-75 mm per cannoncini da campagna e trincea, italiani e francesi. Uno sterilizzatore per materiale sanitario.

Nastro 1998/16 - Lato B

[Continua la visita con elencazione dei reperti della collezione privata di P.]

Elmetti, italiani = leggerissimi; quelli austriaci = un po' più pesanti, ma non servivano niente neppure loro, una pallottola li passava comunque. Gli elmetti servivano più che altro per cose che cadevano, non proiettili diretti, un po' come adesso nei cantieri, basta pensare che con una pallottola quasi si riusciva a forare uno scudo da circa un cm di spessore...
Collezionisti di reperti della Grande Guerra: ce ne sono "una marea". Ce ne sono tanti che fanno [collezione di] roba del Piave, il piccozzino... [quello che si trova]. Io ne vedo tanti che vengono a comprar roba qua da me, che iniziano adesso, che vanno per il Piave, che provano a vedere. Ma ormai dal Piave viene fuori poco,  qualche baionetta. Ecco, se uno ha la fortuna di trovare qualche àncora... altrimenti si trova ormai tutto distrutto sul Piave. Nella mia collezione non c'è una baionetta del Piave. Perché girano nel Piave, i sassi, si consumano, si disfano. Gli anni sono anni.
Ormai per trovare roba buona: in montagna, ma soprattutto chi disfa le collezioni; magari muore il padre e il figlio dice "aspetta che mi prendo due tre soldi".
Bombe a mano austriache, con manico di cartone oppure cartone e legno ... forse perché dovendoci stare dentro del materiale esplodente nel cartone ce ne stava di più che non sul legno; dentro ci corre la cordicella, che doveva essere tirata e la bomba esplodeva "a tempo".
Macinini da caffè italiani, da campo.
Reticolati: l'ultimo tipo lo facevano con la catena [?]. Il mio pezzo proviene dalla montagna. Ho anche una trancia per reticolati, con la baionetta sulla punta, trovata sul Piave, tipo svettatoio. È un "brevetto Malfatti", con un manico in legno, lunghezza di circa 2 metri, usata anche nel Piave 1917-18. 
La maggior parte di queste cesoie Malfatti, secondo P., erano comunque usate in montagna. Il nemico comunque, sul reticolato metteva "i campanelli": scatolette, il rovescio della gavetta con un piccolo battocchio.

Elmetto: c'è un foro da punta di piccone. Ho anche uno scudo da elmetto austriaco, che viene da Fagarè: una "corazzetta" da applicare davanti all'elmetto per cecchini, che devono mettere fuori la testa; l'elmetto aveva dei ganci appositi. 
Porta maschera antigas con scritta. Avevo anche una maschera nuova ma l'ho venduta a un amico che faceva [raccoglieva] solo maschere.
Forbici per suore infermiere, con la croce; altre forbici con la figura del re e della regina.
Ho trovato una trincea a Candelù, dopo le piene del Piave, e dentro c'era calamaio e pipa. Se l'acqua della piena dura tanto, poi quando si ritira porta via tutto; se invece dura meno, porta allo scoperto i reperti, e lo fa perché arriva sulla riva del fiume dove c'era la trincea.
Ho una raccolta di bottiglie provenienti tutte dall'Adamello, sono una differente dall'altra e sono tutte straniere.

In pratica tutta la taverna del sig. P. è piena di reperti. 
«Roba unica, unica», sottolinea L.

Pentola a pressione in ghisa smaltata blu, non italiana, di marca Bubka [?]; funziona ancora.
Fotografie: L. dice che in uno degli ultimi concorsi nazionali di fotografia fatti nella villa veneta costruita dal Palladio vicino a S. Biagio di Callalta presso il centro commerciale, a fianco, nella casa del fattore ( ... ) dentro in cucina c'è una fotografia grandissima che ritrae l'atrio di questa villa pieno di fanti e con sotto scritto, "prima del contrattacco": una foto bellissima.
L.  Parla dell'antichità del guado sul Piave di Lovadina e dei reperti trovativi. Sulla strada Ungaresca, dove c'era il monastero.
P.  Mi mostra una daga in dotazione ai pionieri austriaci; ne ha diverse.
P. : «Z. degli Armigeri del Piave è pieno di mitragliatrici: può fare la guerra da solo!».
P. Ho il diario e la "cassetta" di un ufficiale, con tutta la sua carriera e tutti i sui oggetti in dotazione. Questo ufficiale si chiama Alessandro Frescura, classe 1892, domiciliato a Milano. Ci sono i fonogrammi che scriveva in guerra e le carte di un duello, il verbale vero e proprio: «Oggi 16 maggio 1932 alle ore 15 in una località nei pressi di Milano si sono battuti alla spada, conformemente al precedente verbale ... il marchese Giancarlo Cornaggia Medici e il seniore Alessandro Frescura assistiti dai rispettivi rappresentanti qua sottoscritti. Lo scontro è stato diretto dal comm. Adolfo Cotronei. Alla terza ripresa il seniore Frescura ha riportato una ferita da punta al terzo inferiore dell'avambraccio sinistro penetrante per circa due cm in profondità. A giudizio concorde dei due sanitari dottori Sonni e Battarini è stato stabilito che il seniore Frescura è venuto a trovarsi in condizioni di evidente inferiorità tali da non poter continuare lo scontro che è stato fatto cessare. Gli avversari non si sono riconciliati.
Letto, confermato e sottoscritto».
Frescura era decorato con medaglia d'argento al valor militare, era stato ferito al braccio e ai polmoni durante la guerra. Era ardito.
[...]
P. C'erano anche tedeschi non solo austriaci durante la battaglia del Piave, giugno 1918. [...]
Le prime granate, all'inizio della guerra, non avevano la "corona di forzamento" ma avevano delle "tacche" ed erano chiamate "modello Cavalli".
Ho anche varie bombe a gas, che sul Piave erano molto utilizzate. Se ne trovano ancora nelle campagne, quando arano in profondità. In quei casi si chiamano gli artificieri, sono caricate soprattutto a iprite.
[...]
Proiettili da 420 sul Piave: uno è in piedi a Candelù in piazza. Penso che siano stati lanciati da cannoni su ferrovia.
Stokes: "granate per lanciabombe di tipo Stokes" con cui venivano lanciati anche dei volantini... ovviamente erano senza esplosivo; erano cal. 80 ca. È un piccolo mortaio, anche se sul libro viene ufficialmente chiamato "lanciabombe".
[...]
I "tedeschi", durante la battaglia del Piave giugno 1918 erano sul Montello, non sul Piave.

Nastro 1998/17 - Lato A

I due morti a Candelù li ha trovati un mio amico, un certo B. da Roana, e io sono andato ad aiutarlo a tirarli su. Una volta questo B. abitava a Treviso e andava sempre sul Piave, ora ha fatto un museo anche lui. Li ha trovati con il cercametalli, in una buca. Frammenti di ossa: un'esplosione, c'era un fucile austriaco e l'elmetto italiano.
Sempre questo mio amico, addosso a un altro morto italiano, nelle giberne aveva trovato del chinino e una corona del rosario.
Le ossa le ha mandate, tramite l'Associazione combattenti...
L. Mi mostra alcuni dei suoi volantini, alla fine dell'incontro.
Mi legge un volantino di propaganda italiana, in tedesco in cui fra l'altro è scritto che in tutto l'impero c'è la fame e la carestia "e la porzione di farina è stata ancora ridotta e il popolo muore di fame ".
Anche P. ha un volantino, in italiano: «se lo leggi muori dal ridere», dice.
L. Ci sono appassionati e appassionati di reperti. C'è quello che porta a casa per fare commercio ed è distruttivo... 
P. Comunque c'è un grande commercio. Nelle bancarelle dei mercatini è tutto rifatto. Va finire che le fanno ex novo, anche [i commercianti stessi]: alle bancarelle non avvicinarsi neppure. Io le ho frequentate le bancarelle e ho tratto la conclusione che è meglio stare a casa. Oggi mi avevano invitato ad andare a Pordenone alla fiera di queste cose qua; poi se magari c'è qualcosa di buono lo mettono a prezzi proibitivi. Io preferisco scambiare con i colleghi. Oppure compro, anche, e spendo un sacco di soldi. Ma compro dove so.                                                                        




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