sabato 13 marzo 2010

Intervista a Pietro Bettega

Nato nel 1912 a Masi di Imer. Residente a Masi di Imer (TN).


Nastro 1999/4 - Lato A                         Venerdì 17 settembre 1999

Mio padre ha fatto la guerra del '18, si è fatto tre anni di Russia e «mi del quarantadoi ò fat tuta la ritirata» (della Russia, 1942-43) e ne ho fatte abbastanza, perché ne ho viste di tutti i colori…
Però bisognerebbe saper parlare … perché altrimenti sì, ero kaputt, là. Per fortuna che avevo imparato il russo, il russo lo parlavo bene. Avevamo un tratto di linea di 13 km da tenere… 
Mio padre, nella prima guerra mondiale, ha fatto tre anni di guerra. Io ne ho fatti di meno, però «di 180 uomini che eravamo, siamo rimasti in 7»; sono anche decorato e graduato…
Mio padre, Bettega Roberto è morto a 97 anni, è stato fino in Galizia; l'hanno fatto prigioniero e l'hanno fatto andare a lavorare sulla linea del treno…
E quando è stato il mio turno di andare in Russia mi ha detto: «Tu vai in Russia, adesso, prendi questa roba qua, se vuoi venire a casa». E cosa mi diede? Un santino della Madonna! E con questa sono venuta a casa. Era la Madonna, qua della Valsugana, come si chiama? E con quella sono venuto a casa. Ogni volta che mi trovavo in difficoltà io invocavo la Madonna e lei mi liberava…
Io sono del 1912 … ma non ricordo della Prima guerra, perché sono nato in Austria, e ho fatto quattro anni lavvìa e so che le prendevo dai todésch le bacchettate sul culo, perché andavo a scuola, e non lo capivo e non volevo impararlo, il tedesco. Eravamo a Nensich [?]… 
Eravamo lavvìa perché mia mamma ha fatto 26 anni in fabbrica e mio padre anche lavorava nella stessa fabbrica. Io non so però cosa facessero in quella fabbrica, perché ero piccolo…
Dopo la guerra siamo venuti qua in paese e qua c'erano mia nonna e mia zia. Così ci siamo piantati qua, e sono ancora qua…
D. Come fu il ritorno di suo padre dalla Prima guerra?
R. Era mezzo ammalato, aveva preso una bastonata … laggiù lo tenevano stretto (col mangiare)… 

Nastro 1999/4 - Lato B

… e poi viveva in certi punti a -40°…
D. Come vi hanno trattato gli italiani?
R. Gli italiani ci hanno trattato bene… io non posso dire niente, di loro … invece posso dire dei tedeschi che non posso più vederli … e ne ho anche ammazzati (durante la guerra) … e se vi racconto la storia … e i partigiani (russi) mi hanno preso … e siccome sapevo parlare russo… 
I tedeschi avevano preso una donna russa che aveva una gallina e gliel'hanno rubata. Lei si era disperata, gli diceva che aveva quattro ragazzi da dargli da mangiare [prima me lo dice in russo ... che non trascrivo perché non capisco...]. Ma loro le prendono la gallina, la strangolano e se la mettono nella bisaccia che avevano loro, i tedeschi … e poi tirano fuori la rivoltella e ammazzano anche la donna. Porcod. non ci ho più visto … ho fatto strage, li ho ammazzati tutti quattro. E i partigiani russi che erano appostati non lontano, si sono accorti del fatto, sono venuti giù, mi hanno accarezzato, mi hanno baciato [ripete le frasi russe che si scambiarono…]. Come si fa ammazzare una donna, che aveva quattro ragazzi da dargli da mangiare ... ammazzarla perché? «Orcod., disi……»… basta!
Dopo di allora … erano tre giorni che ero senza mangiare anch'io e avevo la sussistenza italiana che bruciava. Siamo andati giù, e il tenente ci ha avvertito di non farci prendere. Ho portato fuori scatolette, gallette, ecc… e dopo ci siamo incamminati. I miei compagni mi hanno detto: «Guarda che ci sono due botti di rum e di cognac», e io ho detto a loro: «Volete seguirmi o volete rimanere qua?» Abbiamo fatto sì e no quaranta metri e abbiamo trovato una quarantina di alpini; alpini cui piaceva bere … ed erano per terra, tutti ghiacciati. Avevano bevuto…
Io ero del 73° gruppo di artiglieria d'armata…
La Madonna che mi diede mio padre era la Madonna di Lourdes … e anche adesso la prego tutti i giorni…                                                                                  

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